Il film d’animazione “Lightyear – La vera storia di Buzz”, uscito nel 2022 e prodotto da Pixar Animation Studios, ha attirato l’attenzione non solo per il suo legame con il celebre personaggio di Toy Story, ma anche per le numerose curiosità che circondano la sua produzione e il suo significato. Ecco alcuni aspetti interessanti che forse non conosci.
1. Il Buzz di Lightyear non è quello di Toy Story
Molti spettatori si sono chiesti: “Perché Buzz Lightyear appare diverso da quello dei giocattoli di Toy Story“? La risposta è semplice: “Lightyear” racconta la storia dell’eroe spaziale che ha ispirato la creazione del giocattolo Buzz Lightyear. In altre parole, il film rappresenta un universo completamente diverso, come se fosse il blockbuster che Andy, il bambino di Toy Story, avrebbe visto negli anni ’90, innamorandosi del personaggio.
2. Chris Evans presta la voce al nuovo Buzz
Una delle decisioni più sorprendenti è stata quella di affidare la voce di Buzz a Chris Evans, famoso per il suo ruolo di Captain America nell’Universo Cinematografico Marvel. Evans ha sostituito Tim Allen, storico doppiatore del Buzz giocattolo in Toy Story. Secondo il team creativo, la scelta è stata fatta per sottolineare la differenza tra il giocattolo e l’eroe “originale”.
Evans ha descritto l’esperienza come una sfida emozionante: “Interpretare un personaggio che rappresenta coraggio e determinazione è stato un onore”.
3. Un omaggio ai film di fantascienza classici
La pellicola è piena di riferimenti e tributi ai grandi classici della fantascienza. Dagli elementi visivi che richiamano 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick, ai toni epici e avventurosi che ricordano Star Wars, fino alla tensione psicologica simile a quella di Interstellar, il film offre un mix di nostalgia e innovazione.
Anche il design delle astronavi e delle tute spaziali si ispira agli stili retrò delle pellicole degli anni ’70 e ’80, regalando un’estetica unica che cattura sia i nostalgici sia le nuove generazioni.
4. Inclusività e progresso in “Lightyear”
“Lightyear” ha segnato un passo importante per l’inclusività nella narrazione Pixar, introducendo Alisha Hawthorne, un personaggio LGBTQ+ rappresentato con naturalezza e autenticità. La sua presenza ha suscitato dibattiti, ma è stata accolta con entusiasmo da molte persone come segno di progresso e apertura.
5. Il ruolo di Michael Giacchino nella colonna sonora
La musica epica del film è stata composta da Michael Giacchino, noto per i suoi lavori in Ratatouille, Up e altri capolavori Pixar. La colonna sonora di “Lightyear” mescola temi eroici con sonorità futuristiche, sottolineando sia l’azione che i momenti più riflessivi della pellicola.
6. Il numero A113 fa la sua comparsa (ovviamente!)
Il famoso numero “A113”, un codice ricorrente in molti film Pixar che si riferisce a una classe di design grafico del California Institute of the Arts frequentata dai fondatori dello studio, appare anche in “Lightyear”. Il codice si può vedere sulla placca di una delle cabine della nave spaziale. Questo dettaglio è diventato una sorta di firma per i fan più attenti della Pixar.
7. Sox e la “modalità salvataggio”
Sox, il gatto robotico che accompagna Buzz, ha una scena in cui usa un laser per sbloccare una porta. Questo momento è un chiaro riferimento alla frase iconica del giocattolo Buzz in Toy Story: “Laser a portata di mano!” Anche se in “Lightyear” il laser è usato per uno scopo pratico, il parallelismo con il giocattolo è evidente e divertente.
8. Il riferimento a Zurg
Il personaggio di Zurg, il nemico giurato di Buzz, è rivisitato in maniera innovativa in “Lightyear”. Oltre a essere un avversario formidabile, la sua nuova rappresentazione ha una connessione sorprendente con Buzz, che introduce un retroscena mai esplorato prima. Sebbene il giocattolo di Zurg in Toy Story 2 fosse una parodia di Darth Vader, in “Lightyear” il personaggio acquista un tono più drammatico e complesso.
9. Omaggi ai pionieri dello spazio in “Lightyear”
Molti dettagli tecnici, dalle tute spaziali ai design delle navette, sono ispirati a progetti della NASA e delle missioni Apollo. Le tute di Buzz e del suo team, in particolare, mostrano cuciture, simboli e colori che ricordano le tute degli astronauti reali. Questo aggiunge un livello di autenticità al film e rende omaggio ai veri esploratori spaziali.
10. Il casco di Buzz nasconde un legame con Toy Story
Quando Buzz indossa il suo iconico casco spaziale per la prima volta, si sente un suono familiare. Si tratta dello stesso effetto sonoro usato quando il giocattolo Buzz Lightyear attiva il suo elmo in Toy Story. Questo dettaglio è un piccolo omaggio alla versione originale del personaggio e un modo per creare continuità tra i due universi.
11. Il pianeta T’Kani Prime e il richiamo a Star Wars
Le ambientazioni di T’Kani Prime, il pianeta ostile dove Buzz e il suo equipaggio rimangono bloccati, sono piene di richiami visivi ai paesaggi desertici di Star Wars e ai pianeti alieni visti in Avatar. Inoltre, la lotta per la sopravvivenza in un ambiente così pericoloso ricorda l’esplorazione dei mondi sconosciuti tipica dei film di fantascienza classica.
7. Il cameo nascosto del Pizza Planet Truck in “Lightyear”
Il camion del Pizza Planet, che appare in quasi tutti i film Pixar, fa una breve apparizione in “Lightyear”. Lo si può intravedere in una sequenza in cui Buzz è circondato da veicoli nello spazioporto. Anche in un universo così lontano, il mitico camion non poteva mancare!
12. I poster nascosti che citano i classici Pixar
All’interno della base spaziale, si possono notare alcuni poster che, a prima vista, sembrano generici. Guardandoli con attenzione, però, si scoprono piccoli riferimenti ai film Pixar del passato, come un logo che ricorda Wall-E o una pubblicità che richiama Cars.