Il 26 agosto 2010, la scomparsa della giovane Sarah Scazzi sconvolse il paese, aprendo un capitolo tragico nella cronaca italiana. Oggi, quella storia rivive in “Qui non è Hollywood”, la miniserie targata Disney+ che esplora l’omicidio di Sarah attraverso una narrazione densa di empatia, profondità e rigore. Suddivisa in quattro episodi, la serie si pone l’obiettivo di raccontare non solo i fatti, ma anche le persone, i loro lati più umani e le ombre che li avvolgono. La produzione, accolta con entusiasmo in Italia, si prepara a varcare i confini nazionali, approdando in Europa, Africa, Medio Oriente e negli Stati Uniti.
La struttura narrativa: un mosaico di prospettive
Diretta da Pippo Mezzapesa, la serie adotta un approccio innovativo e coraggioso, dando voce a quattro prospettive differenti: quella di Sarah, della cugina Sabrina Misseri, dello zio Michele e della zia Cosima. Ogni episodio scava nel vissuto dei protagonisti, costruendo un quadro complesso e stratificato che si intreccia con le vicende di una famiglia segnata da tensioni profonde. L’obiettivo non è creare spettacolarizzazione, ma indagare l’intimità dei personaggi e le dinamiche che li hanno portati al drammatico epilogo.
La narrazione si mantiene fedele alla verità giudiziaria: Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia di Sarah, sono state riconosciute colpevoli e condannate all’ergastolo nei tre gradi di giudizio. Non ci sono sorprese o teorie alternative, ma una ricostruzione che punta a comprendere le radici del male senza cedere al sensazionalismo. Questa fedeltà alla realtà è il risultato di un accurato lavoro di ricerca basato su interviste e documenti giudiziari.
L’interpretazione degli attori: una metamorfosi fisica ed emotiva
Uno degli aspetti più apprezzati di “Qui non è Hollywood” è l’incredibile performance degli attori, che hanno incarnato i loro personaggi con un realismo straordinario. Giulia Perulli, al suo debutto, ha trasformato il proprio corpo ingrassando oltre venti chili per interpretare Sabrina Misseri. La sua interpretazione riesce a trasmettere l’alienazione e il disagio di una giovane donna in una comunità chiusa e piena di tensioni. Vanessa Scalera, già nota per ruoli intensi, si è calata nei panni della matronale Cosima Misseri grazie a un trucco prostetico che ne ha modificato i lineamenti, ma soprattutto attraverso una profonda immedesimazione.
Anche Paolo De Vita, nei panni di Michele Misseri, offre una performance memorabile. Il personaggio dello zio Michele, con le sue contraddizioni e le sue fragilità, emerge come una figura ambivalente: l’uomo che ha occultato il corpo della nipote ma che, mosso da un senso di colpa, ha condotto al ritrovamento dei resti. La serie esplora il tormento interiore di Michele, evidenziando una spiritualità distorta ma autentica.
Una poetica del male: tra realismo e trasfigurazione
La regia di Mezzapesa riesce a bilanciare il realismo della vicenda con una visione artistica che trasforma il dolore in materia narrativa. Il contesto di Avetrana viene tratteggiato non come un microcosmo arretrato e isolato, ma come una rappresentazione universale di dinamiche familiari e sociali che possono verificarsi ovunque. La difficoltà di comunicare, la repressione emotiva e la frustrazione sono elementi che risuonano ben oltre i confini della provincia pugliese.
La serie, ispirata al l”ibro Sarah: La ragazza di Avetrana” di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni, evita ogni forma di giudizio morale. L’intento è piuttosto quello di raccontare l’essere umano nelle sue sfaccettature, comprese le più cupe. Questo approccio trova eco nella colonna sonora firmata da Marracash, che con il brano “La banalità del male” riesce a sintetizzare il senso di disumanizzazione e di sofferenza che attraversa la storia.
Il successo e l’espansione internazionale di “Qui non è Hollywood”
Dal suo debutto su Disney+, “Qui non è Hollywood” ha riscosso un successo senza precedenti, diventando il lancio di una serie di intrattenimento generale più visto sulla piattaforma in Italia nei primi sette giorni. Questo traguardo è solo l’inizio di un percorso che ora si estende a nuovi territori: dal 20 novembre 2024 è disponibile su Disney+ in Europa, Medio Oriente e Africa, mentre l’11 dicembre 2024 ha debuttato negli Stati Uniti su Hulu.