Il film “A Real Pain“, scritto e diretto da Jesse Eisenberg, si sta affermando come una delle opere più toccanti della stagione cinematografica, conquistando il plauso della critica e numerosi riconoscimenti. Dopo essere stato premiato al Sundance Film Festival, il lungometraggio ha ottenuto due candidature agli Oscar: una per la miglior sceneggiatura originale, firmata dallo stesso Eisenberg, e l’altra per il miglior attore non protagonista, Kieran Culkin, che ha già vinto il Golden Globe per la sua interpretazione nel film.
“A Real Pain”: Un’idea nata da un viaggio personale
L’ispirazione per “A Real Pain” affonda le radici in un’esperienza personale del regista. Durante un viaggio in Polonia con la sua futura moglie, Anna Strout, Eisenberg ha visitato il villaggio di Kranystaw, dove un tempo viveva sua zia Doris prima che l’Olocausto costringesse la sua famiglia alla fuga. In quel luogo, ha avuto una rivelazione: “Se la guerra non fosse mai avvenuta, ora vivrei qui. Come sarebbe stata la mia vita? Chi sarei?”.
Vent’anni dopo, il regista è tornato in Polonia non come semplice visitatore, ma come autore e protagonista del suo film, portando sullo schermo una storia che intreccia memoria, identità e legami familiari.
La trama: un viaggio tra passato e presente
In “A Real Pain“, Eisenberg interpreta David, un giovane padre newyorkese che, insieme a suo cugino Benji (Kieran Culkin), prende parte a un tour sulla storia dell’Olocausto in Polonia. Il viaggio è reso possibile grazie a un’eredità lasciata loro dalla nonna recentemente scomparsa. Durante il percorso, i due cugini si uniscono a un gruppo guidato dal carismatico James (Will Sharpe), ritrovandosi a confrontarsi con il loro passato familiare e con le tracce indelebili della storia.
Se da un lato il film si sviluppa come una buddy comedy, con i due protagonisti che si punzecchiano costantemente, dall’altro si addentra in riflessioni più profonde sulla memoria, sull’identità e sul peso emotivo della Storia nelle vite delle nuove generazioni.
Un’autenticità ricercata
Per rendere il film il più autentico possibile, Eisenberg ha scelto di girare in location reali in tutta la Polonia, tra cui l’ex campo di concentramento di Majdanek, situato nei pressi di Lublino. Questa scelta ha reso la produzione particolarmente intensa e impegnativa, ma ha contribuito a dare al film una profondità emotiva ancora maggiore.
“A Real Pain” ha la capacità di toccare il pubblico in modi diversi. “Alcuni spettatori mi dicono: ‘La mia famiglia viene da lì, ho pianto per tutto il film‘”, ha raccontato Eisenberg. Grazie alla sua combinazione di umorismo, dramma e riflessione storica, il film si configura come una delle opere più significative dell’anno, capace di lasciare un segno profondo in chi lo guarda.
Trailer del film “A Real Pain”