La tragica morte di Matthew Perry, l’indimenticabile Chandler Bing di “Friends”, continua a scuotere Hollywood e il pubblico. A quasi due anni dalla scomparsa dell’attore, nuovi dettagli emergono da un’indagine sempre più complessa e inquietante. Al centro della vicenda c’è il dottor Salvador Plasencia, medico californiano che si è dichiarato colpevole di aver somministrato illegalmente ketamina all’attore, contribuendo direttamente al suo decesso.
Una confessione che fa tremare Hollywood
Plasencia, 43 anni, ha ammesso la propria responsabilità davanti alla Corte Distrettuale di Los Angeles, dichiarandosi colpevole di quattro capi d’imputazione per distribuzione illegale di sostanze controllate. Secondo quanto emerso, il medico avrebbe approfittato della vulnerabilità di Perry, ben nota per via della sua lunga battaglia contro la dipendenza da sostanze stupefacenti.
Con la sua confessione, Plasencia ha affermato di essere profondamente pentito per le scelte compiute nella gestione terapeutica dell’attore. Ha promesso inoltre di rinunciare alla propria licenza medica entro 45 giorni, rimanendo in libertà su cauzione fino alla sentenza definitiva, prevista per il 3 dicembre.
Un uso terapeutico degenerato in abuso
La ketamina, originariamente prescritta a Matthew Perry per trattare la depressione resistente, è un farmaco potente che, se somministrato in modo improprio, può provocare effetti dissociativi e perfino euforia. Un mix pericoloso, soprattutto per chi ha una storia clinica legata all’abuso di sostanze.
Secondo le indagini, Perry era tornato a fare uso di ketamina in modo eccessivo durante l’autunno del 2023, finendo nelle mani di fornitori spregiudicati. Tra questi, Plasencia, che avrebbe ottenuto la sostanza tramite un altro medico complice, Mark Chavez, e l’avrebbe somministrata direttamente all’attore o al suo assistente.
Una rete oscura e senza scrupoli
Il traffico di ketamina attorno a Perry non si limita al dottor Plasencia. Le autorità parlano di una vera e propria rete composta da cinque persone, tra cui anche Jasveen Sangha, definita dai media “la regina della ketamina” a Hollywood. È sospettata di essere coinvolta nella dose fatale che ha causato la morte dell’attore, trovata nel suo corpo durante l’autopsia.
La dinamica è agghiacciante: flaconi acquistati per pochi dollari venivano rivenduti a Perry fino a 2.000 dollari ciascuno. In appena due settimane, sarebbero stati distribuiti una ventina di flaconi, segno di una somministrazione frequente e fuori controllo. Tra le prove raccolte, anche un messaggio inquietante di Plasencia: “Mi chiedo quanto mi pagherà questo idiota”, scriveva il medico, lasciando trasparire un atteggiamento cinico e predatorio.
La morte di Matthew Perry e l’eredità di una star amata
Matthew Perry è stato trovato privo di vita nella vasca idromassaggio della sua abitazione a Pacific Palisades, nell’ottobre del 2023. La causa del decesso è stata attribuita agli “effetti acuti della ketamina”, con conseguente annegamento. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme nel cuore dei fan di “Friends”, una delle serie più amate e seguite di tutti i tempi.
Dietro il sorriso ironico di Chandler Bing, si nascondeva un uomo fragile, segnato da una lunga lotta contro i demoni della dipendenza. La sua storia è diventata un simbolo, un monito sull’abuso di farmaci anche quando inseriti in contesti medici.
Un finale amaro per una vita vissuta sotto i riflettori
Mentre si avvicina la data della sentenza, il caso Matthew Perry diventa emblematico di un problema più ampio: l’accesso troppo facile a sostanze pericolose anche attraverso canali legali. La responsabilità dei professionisti sanitari, in questi casi, non è solo legale ma anche morale.
La morte di Matthew Perry, purtroppo, non è stata solo una tragedia personale, ma anche il risultato di un sistema che, in alcuni casi, fallisce nel proteggere chi ha più bisogno di aiuto.