Quando si parla di capolavori cinematografici, “La leggenda del pianista sull’oceano” (1998), diretto da Giuseppe Tornatore, emerge come una delle opere più suggestive del cinema italiano. Basato sul monologo teatrale “Novecento” di Alessandro Baricco, il film racconta la straordinaria storia di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista dal talento straordinario nato e vissuto su un transatlantico senza mai metter piede sulla terraferma. Ma dietro le immagini poetiche e la colonna sonora indimenticabile di Ennio Morricone, si nascondono dettagli affascinanti e retroscena curiosi. Ecco alcuni dei più interessanti.
“La leggenda del pianista sull’oceano”: La sfida della sceneggiatura
Trasformare un monologo teatrale in un lungometraggio non è un’impresa semplice. Baricco stesso aveva espresso dubbi su come la sua opera potesse essere adattata per il cinema. Tornatore, tuttavia, ampliò la narrazione, introducendo nuovi personaggi e sviluppando un intreccio più articolato per mantenere alta l’attenzione dello spettatore.
Tim Roth e la ricerca del protagonista perfetto
Il ruolo di Novecento fu affidato a Tim Roth, scelto tra numerosi attori di fama internazionale. Roth, noto per le sue interpretazioni intense, riuscì a dare al personaggio un’aura enigmatica e affascinante. Per prepararsi, l’attore studiò a fondo il pianoforte, anche se le scene più complesse furono realizzate con l’ausilio di effetti speciali e di un pianista professionista.
Il duello pianistico: realtà o finzione?
Uno dei momenti più iconici del film è il duello pianistico tra Novecento e Jelly Roll Morton, interpretato da Clarence Williams III. Sebbene Morton sia stato realmente un pioniere del jazz, la scena del duello è un’invenzione cinematografica. Tuttavia, la sfida rappresenta perfettamente il contrasto tra il talento innato di Novecento e la tecnica accademica dei musicisti tradizionali.
La magia della colonna sonora di Ennio Morricone per “La leggenda del pianista sull’oceano”
Non si può parlare di “La leggenda del pianista sull’oceano” senza menzionare la sua colonna sonora. Ennio Morricone compose una delle sue opere più evocative, riuscendo a fondere sonorità classiche, jazz e melodie struggenti. La famosa “Playing Love” è diventata una delle composizioni più amate del maestro.
Il pianoforte che si muove da solo
Una delle scene più affascinanti del film mostra Novecento suonare un pianoforte che scivola da un lato all’altro del salone da ballo del transatlantico. Questo effetto fu realizzato senza l’ausilio della CGI: vennero utilizzati dei cavi nascosti che permettevano allo strumento di muoversi mentre Tim Roth restava concentrato sulla sua interpretazione.
Il finale alternativo mai girato
Il finale del film, in cui Novecento sceglie di restare sulla nave anche durante la sua demolizione, è uno dei più emozionanti della pellicola. Tuttavia, si dice che Tornatore avesse pensato a una versione alternativa in cui Novecento sarebbe sceso sulla terra per un breve periodo prima di tornare sul Virginian. Questa idea fu poi scartata per mantenere intatta la coerenza poetica del personaggio.
Il transatlantico Virginian: realtà o finzione?
Nel film, la storia si svolge sul transatlantico Virginian, una nave immaginaria. Tuttavia, Tornatore si ispirò a vari transatlantici di inizio Novecento per ricostruire fedelmente gli ambienti e l’atmosfera dell’epoca. Le riprese si svolsero in gran parte negli studi di Cinecittà e su alcune navi d’epoca.