Blackhat è un film del 2015 scritto, diretto e prodotto da Michael Mann.
Il budget del film fu di 70,000,000 di dollari. Fu uno dei peggiori flop del 2015, incassando solo 19,400,000 di dollari in tutto il mondo.
Blackhat segna il ritorno dietro la macchina da presa del regista Michael Mann, dopo sei anni da “Nemico pubblico – Public Enemies” del 2009.
In origine, il titolo della pellicola sarebbe dovuto essere “Cyber”. A seguito della frequentazione di veri hacker, fu cambiato in Blackhat perché secondo il linguaggio dei pirati informatici, viene così chiamato un criminale. Il riferimento d’origine è ai film western, in cui solitamente il cattivo indossa un cappello nero.
L’idea di realizzare il film venne a Michael Mann in seguito alla diffusione di Stuxnet, malware utilizzato dal governo statunitense per danneggiare e sabotare una centrifuga nucleare iraniana. Il drone venne impiantato dagli americani in collaborazione con un gruppo di israeliani. Si trattò di un drone invisibile i cui reali effetti si manifestarono solo 18 mesi dopo l’attacco. Durante la realizzazione di Blackhat e soprattutto per la scrittura, il regista si avvalse della consulenza di veri hacker perché si utilizzasse una terminologia tecnica il più possibile autenica.
L’hacker Kevin Poulsen lavorò personalmente al codice che si vede in alcune scene del film.
Alcuni degli attori di origine cinese come Wei Tang e Leehom Wang, recitarono nel loro primo vero film hollywoodiano.
Per capire meglio il suo personaggio, Chris Hemsworth si recò insieme al regista, presso il penitenziario di Stateville in Illinois. Trascorsero del tempo in quel luogo per capire cosa e come cambia una persona che vive quel tipo di esperienza. Hemsworth spiegò che si tratta di un luogo con le proprie regole, spaventoso e intimidatorio.
Molte scene di Blackhat sono ricchissime di comparse. La sequenza registrata durante il Balinese Nyepi Day, comprendeva addirittura tremila comparse.