Il mondo del cinema piange la scomparsa di Graham Greene, straordinario attore canadese di origini native, morto all’età di 73 anni. Considerato una delle voci più autentiche e rappresentative dei popoli indigeni in Hollywood, Graham Greene ha saputo unire talento, carisma e impegno, lasciando un’eredità che va ben oltre lo schermo.
Graham Greene: Dalle origini al debutto sul palcoscenico
Nato il 22 giugno 1952 nella riserva delle Sei Nazioni a Ohsweken, in Ontario, Greene apparteneva alla comunità Oneida. Prima di dedicarsi alla recitazione, ha svolto i mestieri più disparati: saldatore, carpentiere, tecnico del suono e persino operaio nell’industria siderurgica. Ma la sua vera vocazione è emersa negli anni ’70, quando ha iniziato a calcare i palcoscenici teatrali in Canada e nel Regno Unito.
Il teatro, come lui stesso amava ricordare, gli ha insegnato disciplina e profondità, elementi che ha poi portato nel mondo del cinema e della televisione.
La consacrazione con “Balla coi lupi”
Il punto di svolta arrivò nel 1990 grazie a “Balla coi lupi” di Kevin Costner, dove interpretò Kicking Bird, un uomo medicina della tribù Lakota. La sua interpretazione intensa e rispettosa gli valse la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista, consacrandolo a livello internazionale.
Da quel momento la sua carriera decollò: Graham Greene apparve in successi come “Thunderheart” (1992), “Maverick” (1994), “Die Hard – Duri a morire” (1995) al fianco di Bruce Willis, e il commovente “Il miglio verde“ (1999), dove interpretava Arlen Bitterbuck, un detenuto in attesa di esecuzione.
Una carriera lunga e variegata
Graham Greene non si è mai limitato a un solo genere. Ha preso parte a blockbuster come “The Twilight Saga: New Moon“ (2009), thriller intensi come “Wind River” (2017) e serie di successo, tra cui “Northern Exposure”, “Longmire”, “American Gods” e le recenti “1883″ e “Tulsa King” firmate da Taylor Sheridan.
La sua versatilità gli ha permesso di spaziare dal dramma al fantasy, passando per l’azione e la commedia, mantenendo sempre una forte connessione con le sue radici culturali.
Premi e riconoscimenti per Graham Greene
Nel corso di quasi cinque decenni di carriera, Greene ha ricevuto numerosi riconoscimenti: dal prestigioso Earle Grey Award per la carriera al conferimento dell’Ordine del Canada nel 2016, fino alla stella sulla Walk of Fame di Toronto nel 2022. Solo pochi mesi fa era stato insignito anche del Governor General’s Award per le arti performative, uno dei più alti onori nel suo Paese.
L’impegno per le nuove generazioni
Graham Greene non ha mai nascosto l’orgoglio per le sue origini e ha sempre incoraggiato le nuove generazioni di attori indigeni a farsi strada nell’industria dell’intrattenimento. “Un tempo non c’erano opportunità per noi, oggi invece vedo tanti giovani talenti emergere. È bellissimo”, aveva dichiarato in una delle sue ultime interviste.
Gli ultimi progetti e l’eredità
Fino alla fine, Graham Greene è rimasto attivo: nel 2023 è apparso in serie di culto come “Reservation Dogs” e “The Last of Us”, mentre i suoi ultimi film, “Ice Fall” e “Afterwards”, usciranno postumi entro la fine dell’anno.
Lascia la moglie Hilary Blackmore, con cui ha condiviso oltre trent’anni di vita, la figlia Lilly e il nipote Tarlo.
Con la sua scomparsa, Hollywood e il cinema canadese perdono un artista che ha saputo dare voce a una cultura spesso trascurata, portando sullo schermo personaggi complessi, veri e indimenticabili.