Quando si parla di grandi avventure cinematografiche degli anni ’80, “Il gioiello del Nilo” rientra sicuramente tra i titoli più memorabili. Uscito nel 1985, il film diretto da Lewis Teague, sequel del fortunato “All’inseguimento della pietra verde” – ha portato sul grande schermo un’altra avventura mozzafiato con la coppia Michael Douglas e Kathleen Turner. Ma cosa si nasconde dietro la produzione di questa pellicola? Ecco alcune curiosità e retroscena che forse non conoscevi.
“Il gioiello del Nilo”: Una produzione travagliata
La realizzazione di “Il gioiello del Nilo” non fu priva di difficoltà. Il regista del primo film, Robert Zemeckis, decise di non tornare alla guida del sequel, poiché impegnato con il progetto di “Ritorno al futuro“. Così la regia passò a Lewis Teague, noto per i suoi lavori nel genere thriller e d’azione.
Uno dei principali problemi riguardò la sceneggiatura: Kathleen Turner inizialmente rifiutò di partecipare al film perché non soddisfatta del copione. Solo dopo un intervento di Michael Douglas e alcune modifiche alla storia, accettò di riprendere il ruolo di Joan Wilder.
Location mozzafiato e riprese difficili
Le riprese si svolsero principalmente in Marocco, un’ambientazione perfetta per ricreare le atmosfere esotiche e misteriose della storia. Tuttavia, il caldo torrido e le difficoltà logistiche resero la produzione piuttosto complessa.
Uno degli aneddoti più curiosi riguarda il set del villaggio africano, che fu costruito interamente per il film. Gli abitanti locali, vedendolo, pensarono che si trattasse di un vero insediamento e iniziarono a trasferirsi al suo interno, costringendo la produzione a spiegare loro che si trattava solo di una scenografia cinematografica.
Danny DeVito: l’anima comica di “Il gioiello del Nilo”
Un altro elemento che rese il film iconico fu la presenza di Danny DeVito nei panni di Ralph, il truffatore inaffidabile ma irresistibilmente divertente. DeVito, amico stretto di Michael Douglas, accettò di tornare nel sequel con entusiasmo, regalando al pubblico alcune delle scene più esilaranti della pellicola.
Il famoso jet di Omar
Ne “Il gioiello del Nilo” appare un jet privato appartenente al cattivo Omar. In realtà, si trattava di un Dassault Falcon 20, un vero velivolo francese che fu prestato alla produzione. Per le scene in volo, l’aereo fu ripreso in aria con l’ausilio di altre macchine da presa montate su elicotteri.
Un successo al botteghino
Nonostante le difficoltà durante la produzione, “Il gioiello del Nilo” ottenne un grande successo al botteghino, incassando oltre 75 milioni di dollari a livello globale. Sebbene non abbia eguagliato l’impatto del primo capitolo, rimane ancora oggi un cult per gli appassionati del genere avventuroso.
Trailer del film “Il gioiello del Nilo”