
Sono passati oltre quarant’anni dalla sua uscita nelle sale, ma l’eco sensazionalistico di Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato continua a riverberarsi nel panorama cinematografico. Il film, che ha scosso l’industria nel 1980, sta per fare un audace ritorno sul grande schermo nelle sale italiane dal 21 al 23 agosto, nella sua versione integrale vietata ai minori di 18 anni. In occasione di questo evento, è stato rilasciato un nuovo trailer ufficiale che promette di risvegliare antichi orrori e scuotere il pubblico una volta di più.
La domanda che sorge spontanea è: può un film che condanna il sensazionalismo rivelarsi sensazionalista a sua volta? Questo interrogativo, tra i tanti sollevati da Cannibal Holocaust, resta ancora irrisolto, e proprio in un’era in cui il sensazionalismo, le fake news, i profili social e le sfide online sono all’ordine del giorno, il film sembra riacquistare una nuova rilevanza.
Cannibal Holocaust precursore del genere falso documentario
Ampiamente censurato in 23 paesi al momento della sua uscita, Cannibal Holocaust è diventato rapidamente un cult, trascendendo la sua oscura storia e conquistando un posto di rilievo nella storia del cinema. Il film ha anticipato lo stile del finto documentario, un trend che domina l’horror moderno con titoli come : “The Blair Witch Project”, “Cloverfield” e “Paranormal Activity”. Un metodo di narrazione che si basa sull’illusione di realtà, sul coinvolgimento emotivo, su immagini apparentemente “trovate”, un’approccio che ha catturato l’attenzione del pubblico e dei cineasti contemporanei.

Il lavoro del regista
Il regista italiano Ruggero Deodato ha saputo plasmare un’esperienza viscerale che spinge gli spettatori al limite, bilanciando abilmente orrore e realismo, brutalità ed etica. Dividendo il film in due parti distintive, Deodato trasporta gli spettatori dalla tranquilla avventura iniziale a una discesa nell’oscurità, presentando immagini crudeli e disturbanti realizzate da documentaristi avventurieri in una giungla amazzonica. Il contrasto tra la gioia dell’avventura e la brutalità delle immagini crea uno spettacolo cinematografico che è stato difficile da dimenticare.
Cannibal Holocaust è un prodotto del suo tempo, una tempesta di provocazione che ha messo a nudo la perversione dell’osservazione voyeuristica, spingendo gli spettatori a riflettere sul confine tra realtà e finzione. La pellicola ha provocato un dibattito acceso tra chi lo ha elogiato come capolavoro innovativo e coloro che l’hanno condannato come esempio di eccesso visivo.
Oltre alla controversia iniziale, il film ha subito lunghe battaglie legali e vicissitudini giudiziarie, rendendolo una figura di culto e alimentando l’interesse di registi di spicco come Oliver Stone, Nicolas Winding Refn e Quentin Tarantino. Tuttavia, è Eli Roth a essere stato il più influenzato da questo capolavoro cinico e audace, tanto da omaggiarlo nel suo film “The Green Inferno” del 2015.
Il ritorno dopo 40 anni
L’atteso ritorno di Cannibal Holocaust non fa che aumentare l’attesa tra i fan dell’horror. La versione restaurata in 4K, distribuita da Cat People e dalla F.D. Cinematografica di Alessandro e Luca Palaggi, promette di offrire un’esperienza visiva ancor più intensa e coinvolgente. Tuttavia, il Ministero della Cultura ha confermato il divieto ai minori di 18 anni (16 se accompagnati da un adulto), citando la violenza, il sesso, l’uso di armi, l’alcol, le droghe, il turpiloquio e l’incitamento all’odio come elementi che giustificano questa restrizione.

Cannibal Holocaust è molto più di un semplice film. È un riflesso audace della società, un esperimento cinematografico che sfida gli spettatori a esplorare le proprie reazioni viscerali e le proprie limitazioni morali. La sua influenza si è diffusa come un incendio nel corso degli anni, trovando un posto di onore nella storia del cinema e nell’immaginario collettivo. Mentre il film si appresta a fare il suo ritorno sul grande schermo, le polemiche e le ossessioni che lo circondano continuano a bruciare, dimostrando che la sua eredità è destinata a resistere nel tempo.