La TV dei pomeriggi spensierati degli anni ’80 e ’90 perde uno dei suoi protagonisti silenziosi ma fondamentali. Enrico Valenti, mente creativa e anima gentile dietro Uan, l’indimenticabile pupazzo rosa di “Bim Bum Bam”, si è spento all’età di 71 anni. Originario di Milano, Valenti ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di intere generazioni di bambini che lo hanno amato senza neanche conoscerlo davvero.
Il mago dietro il sipario
Nel 1980, Valenti fonda insieme a Kitty Perria il Gruppo 80, un vero e proprio laboratorio di fantasia dove la stoffa prendeva vita e diventava emozione. Quel laboratorio non era solo un’officina di pupazzi: era un motore creativo, un luogo in cui l’animazione diventava magia. Da lì nacquero personaggi come Four, Five, Ambrogio, Cirillo, ma soprattutto Uan, un mix irresistibile tra cane e folletto con un ciuffetto fucsia che ha fatto la storia della televisione per ragazzi.
Uan: più di un pupazzo
Il debutto televisivo di Uan avvenne nel 1983, e da subito divenne il simbolo di “Bim Bum Bam”. Il suo aspetto buffo e il suo tono di voce unico – inizialmente prestato da Giancarlo Muratori, poi da Pietro Ubaldi – conquistarono i piccoli spettatori. Uan era più di un semplice intermezzo tra un cartone e l’altro: era un compagno, una voce amica capace di strappare risate, dare consigli, e persino far riflettere.
Il rapporto tra Uan e Paolo Bonolis, conduttore del programma nei suoi anni d’oro, fu un’alchimia perfetta. I siparietti tra i due – con il pupazzo che lo chiamava ironicamente “Pìolo” – sono entrati nell’immaginario collettivo, diventando un tratto distintivo del programma.
Bim Bum Bam: l’epoca d’oro della TV per ragazzi
“Bim Bum Bam” nacque su Antenna Nord ma trovò la sua vera consacrazione su Italia 1 a partire dal 1982. Per due decenni fu il punto di riferimento dei pomeriggi dei bambini italiani. Grazie anche all’abilità di Valenti e del suo team, la trasmissione non era solo una vetrina di cartoni animati – da “I Puffi” a “Kiss Me Licia”, da “Batman” a “Sailor Moon” – ma un universo coerente, popolato di personaggi e situazioni che evolvevano di puntata in puntata.
Con il passare degli anni, accanto a Bonolis si alternarono volti amati come Manuela Blanchard, Carlo Sacchetti, Marco Bellavia, Roberto Ceriotti, Licia Colò, ma Uan rimase una presenza costante, vero punto fermo per i giovani spettatori.
Un’eredità fatta di emozioni
La notizia della scomparsa di Enrico Valenti ha generato un’ondata di commozione sui social. Fan, colleghi, amici e semplici spettatori hanno ricordato con affetto l’uomo dietro il pupazzo, capace di unire creatività e generosità. Dopo la pensione, Valenti non ha smesso di creare: aveva aperto un laboratorio dove trasmetteva la sua arte ai più giovani, condividendo ogni dettaglio con passione e dedizione.
Le parole che riecheggiano più spesso in questi giorni sono “buono”, “onesto”, “gentile”. Valenti non era solo un artista visionario, ma una persona profondamente umana, che ha saputo trasformare la televisione per ragazzi in qualcosa di più grande: uno spazio di affetto, gioco e crescita.
Addio Enrico Valenti: Un pezzo d’infanzia che se ne va
Con la sua scomparsa, se ne va un pezzo di quella TV che sapeva parlare ai bambini con intelligenza, senza paternalismo, e con una grande dose di ironia. Ma l’eredità di Enrico Valenti è ancora viva. Vive nei ricordi di chi ha aspettato ogni giorno, con ansia, il momento di tornare a casa e accendere la TV per rivedere Uan. Vive nei sorrisi dei bambini di ieri, diventati adulti oggi, che ancora ricordano quelle battute e quei pomeriggi fatti di cartoni, pupazzi e sogni.
Grazie, Enrico. Per averci insegnato che dietro un pupazzo può esserci un’anima. E che la fantasia, se ben guidata, può durare per sempre.
 
			






