“Profondo Rosso”, diretto da Dario Argento e uscito nelle sale italiane il 7 marzo 1975, è considerato un caposaldo del cinema thriller-horror italiano. Nel corso degli anni, questo film ha affascinato il pubblico non solo per la sua trama avvincente e l’atmosfera inquietante, ma anche per una serie di curiosità e retroscena che hanno contribuito a renderlo un’opera cult.
“Profondo Rosso”: Un’origine inaspettata
L’idea iniziale per “Profondo Rosso” era molto diversa dal prodotto finale. Argento aveva in mente un thriller con elementi soprannaturali, ma durante la stesura della sceneggiatura, insieme a Bernardino Zapponi, la storia prese una piega più realistica e intricata.
Il titolo originale
Il titolo di lavorazione originale del film era “La Tigre dai Denti a Sciabola”, in linea con la tradizione dei titoli zoomorfici dei precedenti lavori di Argento. Tuttavia, il titolo fu successivamente cambiato in “Profondo Rosso” per meglio riflettere l’atmosfera del film.
Le mani dell’assassino
Una delle particolarità più intriganti del film riguarda le mani dell’assassino, coperte da guanti neri. In realtà, queste mani appartengono al regista stesso, Dario Argento, che ha scelto di girare personalmente queste scene per ottenere l’effetto desiderato. Questo espediente era già stato utilizzato da Argento in precedenti lavori e aggiunge un ulteriore livello di coinvolgimento personale nella realizzazione del film. Inoltre il macabro disegno infantile che tormenta il protagonista è stato realizzato dallo stesso Argento, che ha voluto imprimere la sua visione disturbante anche nei dettagli più minuti.
La scelta degli attori
Inizialmente, il ruolo del protagonista Marc doveva essere affidato a Lino Capolicchio. Tuttavia, un grave incidente automobilistico costrinse l’attore a rinunciare alla parte, nonostante Argento fosse disposto a posticipare le riprese. La scelta ricadde quindi su David Hemmings, che ha poi interpretato magistralmente il ruolo.
Clara Calamai
Un’altra scelta significativa fu quella di Clara Calamai per il ruolo dell’assassina. Calamai era una delle maggiori dive del cinema italiano durante il ventennio fascista, ma era caduta nell’oblio negli anni successivi. Argento desiderava un’attrice anziana, un tempo famosa ma poi dimenticata, per aggiungere profondità al personaggio. Le foto mostrate nel film, quando Marc visita la casa della madre di Carlo, sono effettivamente immagini reali di Clara Calamai sui set dei suoi film degli anni ’30 e ’40. “Profondo Rosso” è stato l’ultimo film interpretato dall’attrice prima del suo definitivo ritiro dalle scene.
La colonna sonora rivoluzionaria di “Profondo Rosso”
La colonna sonora di “Profondo Rosso” rappresenta un elemento distintivo del film. Inizialmente, Dario Argento aveva commissionato le musiche al jazzista Giorgio Gaslini. Tuttavia, non pienamente soddisfatto del risultato, Argento coinvolse la band progressive rock Goblin, allora sconosciuta. Il contributo dei Goblin, con le loro sonorità innovative e incalzanti, ha dato al film un’atmosfera unica, contribuendo in modo significativo al suo successo e influenzando la musica cinematografica degli anni successivi.
Le Location
Le riprese si sono svolte principalmente a Torino, città scelta da Argento per la sua architettura barocca e l’atmosfera misteriosa. Alcune scene sono state girate in luoghi emblematici come la Villa Scott, utilizzata come “Casa del Bambino Urlante”, e il Teatro Carignano. La scelta di Torino non è casuale: la città era nota per la sua connessione con l’occulto, elemento che aggiungeva un ulteriore strato di inquietudine al film.
Il successo e l’eredità del film
“Profondo Rosso” ha riscosso un enorme successo al botteghino, incassando 3 miliardi e 700 milioni di lire dell’epoca e piazzandosi al 10º posto nella classifica dei film di maggior incasso della stagione cinematografica 1974-1975. Nonostante le iniziali critiche contrastanti, il film è stato rivalutato nel tempo ed è oggi considerato un capolavoro del genere thriller-horror. La sua influenza è evidente in numerose opere successive e ha contribuito a consolidare la reputazione di Dario Argento come maestro del brivido.








