Il film “Il gatto con gli stivali”, uscito nel 2011 e prodotto dalla DreamWorks Animation, è uno spin-off della celebre saga di “Shrek“. Questa pellicola ha riscosso un grande successo sia di pubblico che di critica, diventando uno dei film d’animazione più amati. Dietro alla realizzazione di questa avventura ci sono numerose curiosità e retroscena affascinanti. Eccone alcune!
“Il gatto con gli stivali”: Un’idea nata dal successo di “Shrek 2”
Il personaggio del Gatto con gli Stivali, doppiato in originale da Antonio Banderas, ha fatto il suo debutto in “Shrek 2” (2004). Il suo carisma e la sua simpatia lo hanno reso immediatamente uno dei personaggi più apprezzati della saga, spingendo la DreamWorks a creare un film interamente dedicato a lui. “Il gatto con gli stivali” è un prequel della saga di Shrek, che racconta le origini del personaggio e le sue avventure prima di incontrare l’orco verde.
Antonio Banderas e il legame con il personaggio
Antonio Banderas non solo ha prestato la voce al protagonista, ma ha anche contribuito a definirne la personalità. L’attore spagnolo ha dichiarato di essersi ispirato al suo stesso background culturale, portando nel personaggio l’essenza di un vero “latin lover” con un tocco di ironia e avventura.
Il Gatto con gli Stivali ha una controparte reale
Gli animatori della DreamWorks hanno osservato da vicino il comportamento di diversi gatti per rendere più realistici i movimenti e le espressioni del protagonista. In particolare, uno dei gatti dello studio è stato usato come modello per la famosa espressione con gli “occhioni dolci”.
Riferimenti alla cultura spagnola
Il film contiene numerosi riferimenti alla cultura e al folklore spagnolo. Ad esempio, la scena del duello iniziale con la spada è ispirata alle movenze dei toreri, mentre la colonna sonora include influenze di flamenco e chitarra classica.
La scelta degli antagonisti per “Il gatto con gli stivali”
Nel film compaiono due principali antagonisti: Jack e Jill, reinterpretati in una versione più oscura rispetto alle tradizionali fiabe, e Humpty Dumpty, un personaggio complesso con un passato legato al protagonista. La scelta di questi avversari è stata dettata dalla volontà di differenziare la storia da quella della saga di “Shrek“ e renderla più originale.
Un’animazione all’avanguardia
Gli animatori hanno utilizzato tecniche di rendering avanzate per rendere il manto del Gatto incredibilmente dettagliato. Ogni singolo pelo è stato modellato per reagire realisticamente ai movimenti e alla luce, portando l’animazione a un livello mai visto prima nei film DreamWorks.
Il successo e la candidatura all’Oscar
“Il gatto con gli stivali” ha incassato oltre 550 milioni di dollari al botteghino globale, diventando uno dei film d’animazione più redditizi della DreamWorks. Grazie alla sua popolarità, nel 2012 è stato candidato all’Oscar come Miglior Film d’Animazione, anche se non ha vinto.
Un sequel atteso per anni
Dopo oltre un decennio, nel 2022 è finalmente arrivato il sequel, “Il gatto con gli stivali 2: L’ultimo desiderio”, che ha riportato in scena il carismatico protagonista con nuove avventure e uno stile di animazione rinnovato.