La saga di “Saw” ha ridefinito il genere horror con la sua miscela di thriller psicologico e torture elaborate. “Saw V“, uscito nel 2008, ha rappresentato un punto di svolta nella serie, approfondendo il passato del malvagio Jigsaw e introducendo nuovi elementi narrativi. Ecco alcune curiosità e retroscena che rendono questo capitolo ancora più interessante per i fan della saga.
“Saw V”: Il debutto alla regia di David Hackl
“Saw V” è il primo film della saga a non essere diretto da Darren Lynn Bousman, che aveva diretto i tre capitoli precedenti. Al suo posto, il testimone è passato a David Hackl, che aveva lavorato come scenografo in “Saw II“, “Saw III” e “Saw IV“. Hackl ha cercato di mantenere lo stile visivo della saga, pur introducendo una maggiore attenzione alla costruzione della tensione psicologica.
Un finale senza cliffhanger
A differenza dei capitoli precedenti, “Saw V” non si conclude con un colpo di scena che cambia completamente la narrazione. Il film chiude con una scena intensa che suggerisce la continuità della storia, ma senza il tipico ribaltamento finale che ha caratterizzato gli episodi precedenti.
Un budget più contenuto, ma un grande successo
Il film è stato realizzato con un budget di circa 10,8 milioni di dollari, in linea con gli episodi precedenti. Tuttavia, ha incassato oltre 113 milioni di dollari in tutto il mondo, confermando il successo della saga nonostante le critiche miste da parte della stampa.
Le trappole più complesse della saga
Come da tradizione, “Saw V” ha introdotto nuove trappole mortali, alcune delle quali particolarmente elaborate. Tra le più memorabili vi sono la “trappola del pendolo” e la “trappola dei cubi di vetro”, entrambe progettate per mettere alla prova le vittime in modi estremamente cruenti. La trappola del pendolo, è un chiaro omaggio al racconto “Il pozzo e il pendolo” di Edgar Allan Poe. Un tocco di classe che sottolinea l’attenzione ai dettagli della produzione.
Il ritorno di Jigsaw, nonostante la sua morte
Anche se John Kramer, alias Jigsaw, è morto in “Saw III“, Tobin Bell continua a interpretare il personaggio attraverso flashback e registrazioni. Questo ha permesso di approfondire la sua psicologia e di esplorare il rapporto con il suo successore, Mark Hoffman.
La scena della bara ha richiesto giorni di riprese
Una delle sequenze più iconiche del film è quella in cui un personaggio si chiude volontariamente in una bara per sfuggire alla morte. Questa scena ha richiesto una meticolosa preparazione e diversi giorni di riprese per essere resa al meglio.
Un riferimento nascosto a “Saw VI”
Nel film compare un indizio visivo che anticipa gli eventi di “Saw VI“. Durante una scena, si intravede una cartella medica con il nome di un paziente che diventerà cruciale nel capitolo successivo, un dettaglio che solo i fan più attenti hanno notato al primo sguardo.