Nel 2019, il regista Ang Lee ha portato sul grande schermo “Gemini Man”, un film d’azione e fantascienza che ha visto Will Smith confrontarsi con una versione più giovane di sé stesso. Nonostante il film non abbia ottenuto il successo sperato al botteghino, ha rappresentato un punto di svolta per l’industria cinematografica grazie alle sue innovazioni tecnologiche e narrative.
“Gemini Man”: Un progetto ventennale
L’idea di “Gemini Man” risale al 1997, quando la Disney aveva pianificato il film con Tony Scott alla regia e Clint Eastwood nel ruolo principale. Tuttavia, la tecnologia dell’epoca non era sufficientemente avanzata per realizzare il concetto di un attore che interagisce con una versione più giovane di sé stesso. Solo nel 2016, con l’acquisizione del progetto da parte di Skydance e la partecipazione del produttore Jerry Bruckheimer, il film ha preso forma con Ang Lee alla regia e Will Smith come protagonista.
La sfida del doppio Will Smith
A differenza di altri film che utilizzano il de-aging digitale, “Gemini Man” ha creato un clone digitale completo di Will Smith, chiamato “Junior”. Questo clone è stato realizzato da Weta Digital, la stessa compagnia dietro Gollum de “Il Signore degli Anelli“, utilizzando immagini e filmati d’archivio dell’attore. Il risultato è stato un personaggio digitale che ha interagito con l’attore reale in scene complesse e realistiche.
Innovazioni tecnologiche
“Gemini Man” è stato girato in 4K 3D a 120 fotogrammi al secondo (fps), una tecnica nota come High Frame Rate (HFR). Questo ha permesso una maggiore fluidità e nitidezza delle immagini, offrendo un’esperienza visiva immersiva. Tuttavia, questa scelta ha anche suscitato dibattiti tra critici e spettatori, alcuni dei quali hanno trovato l’effetto troppo realistico e straniante.
Le scelte
Il personaggio di Junior decide di frequentare il college alla fine del film. Curiosamente, nella realtà, Will Smith ha rifiutato un’offerta dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) per seguire la carriera artistica.