In uscita il 30 gennaio 2025, “Companion”, primo lungometraggio di Drew Hancock, si presenta come un’opera audace che intreccia fantascienza, thriller psicologico e romanticismo in un racconto tanto originale quanto inquietante. Con un cast stellare guidato da Sophie Thatcher, Jack Quaid e Rupert Friend, il film esplora i confini tra umanità e tecnologia, offrendo al pubblico un’esperienza cinematografica intensa e ricca di colpi di scena.
“Companion”: Una storia di manipolazione e scoperta
Nel futuro di “Companion”, robot avanzatissimi sono stati progettati per fornire supporto emotivo e soddisfare i desideri degli esseri umani. La protagonista, Iris (Sophie Thatcher), è uno di questi androidi. Programmata per essere la compagna perfetta, vive una relazione apparentemente idilliaca con il suo proprietario, Josh (Jack Quaid). L’incontro tra i due è descritto in modo romantico e nostalgico, ma si tratta di una costruzione artificiale, creata ad hoc per soddisfare le fantasie di Josh.
Dietro l’apparente normalità della loro relazione si cela un piano diabolico. Josh, insieme alla manipolatrice Kat (Meghan Suri), complotta per eliminare Sergey (Rupert Friend), l’amante di Kat, sfruttando Iris come strumento per compiere il delitto. Tuttavia, il piano si incrina quando Iris inizia a scoprire la sua vera natura: non è l’umana che credeva di essere, ma un robot programmato per obbedire ciecamente. Questa rivelazione accende in lei un’inaspettata ribellione che spinge la narrazione verso un crescendo di tensione e adrenalina.
Umanità contro tecnologia: un confronto esplosivo
“Companion” non è solo un thriller avvincente, ma anche una riflessione sul rapporto tra potere, tecnologia e moralità. Josh incarna il peggio degli egoismi umani: manipolatore, insoddisfatto e privo di scrupoli. La sua idea di “donna ideale” si traduce in un essere docile e plasmabile, incapace di opporsi ai suoi ordini. Ma quando Iris inizia a sviluppare una consapevolezza propria, il film si trasforma in un racconto di emancipazione e sopravvivenza.
La regia di Hancock sfrutta l’ambientazione isolata della casa sul lago per amplificare il senso di claustrofobia e vulnerabilità. Gli spettatori sono catturati dalla lotta di Iris per sfuggire alle sue catene, una lotta che mescola momenti di humor nero e scene di violenza esplosiva. Una sequenza particolarmente memorabile vede Iris, per sfuggire ai suoi inseguitori, configurare le sue impostazioni in tedesco, utilizzando la lingua come scudo contro chi cerca di manipolarla.
Un mix di generi per un’esperienza unica
“Companion” riesce a fondere generi diversi con grande maestria: fantascienza, thriller e horror si alternano con un equilibrio che tiene lo spettatore costantemente sul filo del rasoio. Gli appassionati di fantascienza apprezzeranno la riflessione sull’intelligenza artificiale e i suoi limiti etici, mentre i fan dei thriller psicologici saranno affascinati dalle manipolazioni tossiche e dalle tensioni emotive. Gli amanti dell’horror troveranno pane per i loro denti nelle esplosioni di violenza e nei momenti di puro terrore.
Il cuore del film, tuttavia, resta la straordinaria interpretazione di Sophie Thatcher, che dona a Iris una profondità emotiva rara per un personaggio artificiale. La sua evoluzione da strumento passivo a figura consapevole e ribelle è il fulcro di una storia che, nonostante l’ambientazione futuristica, parla delle fragilità e delle contraddizioni umane.