T2 – Trainspotting 2, è un film del 2017 diretto da Danny Boyle.
Per la realizzazione del film sono stati impiegati 18 milioni di dollari con un conseguente incasso di 41,600 milioni di dollari.
La pellicola è il sequel del film cult “Trainspotting” del 1996.
T2 – Trainspotting 2 si basa sul romanzo “Porno” scritto da Irwin Welsh nel 2002, sequel letterario di Trainspotting. A differenza del film, i personaggi si incontrano dopo 9 anni, anziché 20. Dopo la partecipazione alla prima pellicola, lo scrittore appare nuovamente in T2 sempre nei panni di Mikey Forrester. La prima volta che si pensò alla possibilità di realizzare un sequel di “Trainspotting” fu nel 2002, infatti lo sceneggiatore Josh Hodge provò a scrivere una bozza dello script adattando il romanzo “Porno” di Irvine Welsh, non essendo convinto del risultato ottenuto. L’idea venne abbandonata anche a causa della distanza venutasi a creare tra Ewan Mcgregor e Danny Boyle, dopo che il regista gli tolse la parte da protagonista in “The Beach”.
Il titolo T2 – Trainspotting 2 ricorda “Terminator 2 – Il giorno del giudizio”. Pur non essendo un marchio registrato, Danny Boyle rivelò che James Cameron, diede la sua approvazione alla scelta compiuta. Il motivo per cui “Trainspotting” venne aggiunto alla sigla fu la necessità di rendere facilmente individuabile online il film. Perciò evitarono che i fan venissero indirizzati dai motori di ricerca proprio sulle avventure di “Terminator”.
Venne realizzata una sequenza in cui Renton guarda la sua collezione di dischi, trovando alcuni indimenticabili album di David Bowie. Danny Boyle ebbe questa idea per ricordare con affetto l’artista.
Ewan McGregor rivelò di non essere convinto sulla realizzazione di un sequel di “Trainspotting“. L’attore lesse “Porno”, libro a cui si ispira T2, ma senza esserne coinvolto né emozionato come dal precedente romanzo. Inoltre, temeva che si offuscasse il ricordo del film cult, che considera un capolavoro. Renton è un personaggio molto legato alle sue origini geografiche. Ewan McGregor non vivendo più in Scozia da quando aveva 17 anni, temette di non essere, abbastanza scozzese, per interpretare di nuovo la parte, a distanza di ben 20 anni.
Le riprese del lungometraggio impegnarono molto il cast, di nuovo alle prese con i personaggi. Robert Carlyle ammise che il film gli causò qualche problema famigliare. Trasformarsi per la seconda volta in Begbie, gli reso complicato uscire dal personaggio terminato il lavoro sul set. Decise di stare distante dalla sua famiglia pur di non avere ripercussioni personali.