Il mondo del cinema italiano saluta uno dei suoi personaggi più iconici e rivoluzionari: Enrico Lucherini, scomparso a 92 anni nella sua casa di Roma. Avrebbe compiuto 93 anni l’8 agosto, ma ha lasciato il palcoscenico prima, nel modo più silenzioso che si potesse immaginare, lui che della visibilità aveva fatto la sua missione.
Enrico Lucherini: Il primo, l’unico, l’originale
Enrico Lucherini non è stato semplicemente un addetto stampa. Ha creato un mestiere dal nulla, lo ha vestito di glamour, scandalo e astuzia, e lo ha reso indispensabile per chiunque volesse emergere nel mondo dello spettacolo. Se oggi parliamo di “ufficio stampa” nel cinema, è perché lui lo ha inventato, trasformandolo in arte e spettacolo.
Il suo motto era chiaro e provocatorio: “Se non sei sui giornali, non esisti”. E lo prendeva alla lettera. Le sue trovate – battezzate “lucherinate” – sono diventate leggendarie: inventava eventi, scandali, amori e malattie con l’unico scopo di far parlare di film e attori. E funzionava. Eccome se funzionava.
Dal palcoscenico al dietro le quinte
Negli anni ’50, Enrico Lucherini sognava di diventare attore. Si iscrisse all’Accademia d’Arte Drammatica e recitò con la Compagnia dei Giovani, accanto a nomi come Rossella Falk e Patroni Griffi. Ma fu proprio la Falk a intuire la sua vera vocazione: non sotto i riflettori, ma accanto, dietro, ovunque servisse a farli brillare di più.
La prima “lucherina” storica? Nel 1959, per promuovere “La notte brava” di Bolognini, finse un incidente durante la festa di fine riprese: le attrici finirono tutte in piscina, e i fotografi immortalavano quello che sembrava uno scoop. Il film finì ovunque.
Enrico Lucherini: Una vita tra miti e invenzioni
Enrico Lucherini ha promosso oltre 900 film, tra cui capolavori come “Il Gattopardo” e “Morte a Venezia”. Ha lavorato con Sophia Loren (che definiva la sua musa ma anche la sua “paura”), Claudia Cardinale, Florinda Bolkan, e Sandra Milo – di cui si inventò persino il rogo dei capelli per attirare l’attenzione.
Non c’era limite alla sua fantasia: una volta affittò un ghepardo da un circo per una foto con la Cardinale a Cannes. Altre volte inscenava relazioni, gelosie, litigi. Il tutto con uno scopo preciso: far parlare. E ci riusciva sempre.
Il tramonto di un’epoca
Negli ultimi anni, Enrico Lucherini aveva smesso di lavorare attivamente, lasciando il testimone al suo storico collaboratore Gian Luca Pignatelli. Guardava al presente con ironia e un velo di malinconia: “Oggi fanno tutto da soli con i selfie. Non esistono più i divi.”
E forse aveva ragione. Il suo mondo fatto di telefonate, inganni creativi, amicizie pericolose e trovate geniali era figlio di un’epoca in cui il cinema si costruiva anche (e soprattutto) fuori dai set.
Un’eredità indelebile
Enrico Lucherini ha vissuto una vita fuori dal comune, in equilibrio tra realtà e finzione. Ha dato forma a un mestiere, ha scritto (a volte letteralmente) pagine del nostro immaginario collettivo e ha dimostrato che anche dietro le quinte si può essere protagonisti.
Con la sua scomparsa, il cinema italiano perde non solo un pioniere, ma anche un pezzo del suo cuore più irriverente, autentico e brillante.
E chissà, forse proprio oggi avrebbe trovato il modo di far parlare di sé anche da lassù. Una “lucherina” finale, tutta sua