“Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”, diretto da Peter Jackson, ha riportato gli spettatori nella Terra di Mezzo, offrendo non solo una narrazione avvincente ma anche una serie di curiosità e retroscena affascinanti.
La scelta di Martin Freeman come Bilbo
Martin Freeman, noto per il suo ruolo in “Sherlock”, inizialmente aveva difficoltà a conciliare gli impegni con la serie e le riprese de “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”. Peter Jackson ha riorganizzato il piano delle riprese per permettergli di partecipare al film. Se Freeman avesse rinunciato, tra i possibili sostituti c’erano Daniel Radcliffe o Shia LaBeouf.
Il ritorno di Frodo con un tocco digitale
Elijah Wood, che interpreta Frodo Baggins, aveva 19 anni durante le riprese de “Il Signore degli Anelli“. Circa un decennio dopo, è tornato nei panni di Frodo. Per mantenere la coerenza temporale, il regista Peter Jackson ha deciso di ringiovanire digitalmente il volto dell’attore, eliminando eventuali segni del tempo.
La prima scena girata di “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”: l’enigma di Gollum
Sebbene nel film l’incontro tra Bilbo Baggins e Gollum avvenga verso la fine, questa è stata la prima scena ad essere girata. Per Martin Freeman, interprete di Bilbo, è stato l’esordio sul set, mentre per Andy Serkis, che dà vita a Gollum, un atteso ritorno. La sequenza è stata ripresa quasi senza interruzioni, permettendo agli attori di immergersi completamente nei loro ruoli.
La sfida delle diverse stature
Nel “Il Signore degli Anelli“, la differenza di statura tra personaggi come Gandalf e gli hobbit veniva ottenuta tramite la “prospettiva forzata”. Con l’introduzione del 3D, questa tecnica è diventata obsoleta. Per “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”, si è utilizzata una tecnologia avanzata chiamata Slave Motion Control. Questa ha richiesto la costruzione di due set: uno a grandezza naturale e uno in ‘green screen’, permettendo agli attori di recitare simultaneamente e sincronizzare le loro performance.
Dettagli nascosti: l’ascia di Bifur
Tra i tredici nani, Bifur si distingue per un dettaglio singolare: ha i resti arrugginiti di un’ascia di un orco conficcati nella fronte. Questo elemento caratterizza il personaggio, rendendolo imprevedibile e comunicativo principalmente attraverso gesti e grugniti. Occasionalmente, esclama in khuzdul, l’antica lingua dei nani, compresa solo da Gandalf.
La tecnologia HFR 3D
“Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato” è stato pionieristico nell’introduzione dell’HFR 3D (High Frame Rate 3D), proiettato a 48 fotogrammi al secondo. Questo formato ha reso le immagini più fluide e dettagliate, ma ha anche posto sfide particolari. Ad esempio, il trucco dei nani appariva più giallo del previsto in camera, problema risolto virando il make-up al rosso, risultando efficace sullo schermo.
Un set turistico per “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”
La location utilizzata per Hobbiton si trova nella contea di Hamilton – Waikato, in Nuova Zelanda, ed è oggi una meta turistica molto popolare. I visitatori possono esplorare le abitazioni degli hobbit, inclusa la casa di Bilbo e Frodo Baggins, vivendo un’esperienza immersiva nella Terra di Mezzo.
La creazione di Dale
La città di Dale, ai piedi della Montagna Solitaria, non è descritta nei dettagli da Tolkien. Il team artistico del film l’ha reinventata, conferendole un aspetto “veneziano”, con influenze architettoniche che ricordano la città lagunare.
Un’attesa lunga e travagliata
Il progetto di portare “Lo Hobbit” sul grande schermo ha avuto una lunga e travagliata gestazione. Inizialmente, il regista designato era Guillermo del Toro, che ha lavorato alla pre-produzione per anni. Tuttavia, a causa di problemi di produzione e ritardi, del Toro ha abbandonato il progetto, lasciando la regia a Peter Jackson, già regista della trilogia de “Il Signore degli Anelli“.
Cameo del regista in “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”
Peter Jackson non si è limitato alla regia; appare infatti in un cameo nel film, interpretando uno dei nani che fuggono da Erebor durante l’attacco di Smaug.
Omaggi al libro e libertà creative
Il film è molto fedele al libro di Tolkien, ma non mancano alcune libertà creative. Ad esempio, è stata aggiunta la figura di Azog, l’orco bianco, come antagonista principale. Questa scelta ha suscitato alcune critiche da parte dei fan più puristi, ma ha contribuito a rendere la trama più avvincente.